MASSO COPPELLATO “COSTELLAZIONE ORSA MINORE”
sopra la “ROCCA di SAMOCLEVO” - Comune di Caldes, quota 1027
di Luca Webber
Accompagnato da Lorenzo percorriamo un sentiero tracciato in passato per attività pastorali o agrarie, fino a quando la traccia si perde nell'intrigato bosco di arbusti e piante schiantate tutt’intorno. Ma incuranti di tutto ciò, fogliame scivoloso incluso, proseguiamo su per il crinale fino a giungere alla pietra che ci interessa.
Il masso, un micascisto di medie dimensioni, è in parte rovinato a causa degli effetti prodotti dal tempo. Tuttavia, sulla sua superficie rintracciamo con certezza 8 coppelle, dimensione che varia da 6 cm la più grande a 1 cm la più piccola, incise con strumento litico e reiterate con strumento metallico.
Ad un attento esame, si capisce che il masso era originariamente appoggiato su una pietra che lo manteneva in posizione orizzontale. In seguito, un albero è cresciuto tra le due pietre provocando la posizione attuale.
Oggi il luogo è stravolto a causa degli alberi caduti, ma osservando tutt'intorno possiamo intuire che un tempo sono stati eretti muri a secco per ricavarne da vivere e, come altri massi incisi, la pietra coppellata era posizionata in modo tale da dominare tutta la zona circostante da Est a Ovest, permettendo di osservare la catena montuosa che ci sovrasta, la Rocca di Samoclevo e il percorso che compie il sole.
Questo
ennesimo ritrovamento di massi coppellati in valle ci conferma la
perdurata presenza dell’uomo sulle nostre montagne e possiamo
accettare l’ipotesi più “semplice”
e accreditata tra gli studiosi, ovvero che le incisioni rientrino in
una concezione religiosa. Però, osservando la posizione delle
coppelle, mi sovviene un’idea, che si possa trattare di una sorta
di “mappa celeste” o
più precisamente della
“costellazione dell’Orsa Minore”.
Le
costellazioni circumpolari (l'Orsa
Maggiore, l'Orsa
Minore,
Cassiopea, Cepheus, Drago e Giraffa) si
possono vedere tutto l’anno in Italia. L’Orsa Minore è facile da
individuare, basta guardare a Sudovest subito dopo il tramonto. In
primavera si presenta con la “coda” a destra.
Risulta altresì ragionevole ipotizzare che la coppella
più evidente potrebbe indicarci “Venere”,
l’astro più brillante di tutto il cielo dopo Sole e Luna. Visibile
poco dopo il tramonto e poco prima dell’alba e,
per questa ragione,
chiamata
dagli antichi Greci e dai Romani stella
della sera o stella
del mattino.
Ipotesi affascinante e credo non priva di fondamento, di
certo la disposizione non è casuale considerato che l’uomo non a
caso incideva coppelle sulla pietra.
Prima di finire voglio condividere l’interessante lettura fornita da Moreno:
“la coppella più grande e rimarcata nel mezzo della pietra rappresenta la terra con tutt’intorno la volta celeste, come dire io sono qui ad osservare le stelle.”
Ai posteri l'ardua sentenza
Grazie a Lorenzo Andreis per la segnalazione.