NUOVE COPPELLE A RABBI – SOPRA MALGA MALEDA ALTA
 	 	 	di Luca Webber
								 
						Partiamo di
						buon mattino alla ricerca delle coppelle segnalateci da Alberto
						Stanchina, Guardia Forestale. Immersi
						nella nebbia procediamo sul sentiero ripido in direzione di cima
						Cavaion. Oltrepassata
						la coltre di nebbia rimaniamo incantati dallo splendore che la natura
						ci offre. Un mare di nuvole ricopre la valle, un oceano senza fine
						dove sporgono audaci le cime, le candide nuvole che si estendono
						all’orizzonte mescolandosi con il cielo azzurro riportano alla
						mente una valle arcaica dal fascino primordiale. La giornata si
						annuncia buona e, entusiasti del panorama che ci si apre davanti,
						ripartiamo.
								Lasciando il
						sentiero, seguendo la morfologia del territorio, raggiungiamo un
						rilievo (m. 2459) da dove si domina l’orizzonte. Qui troviamo un
						masso affiorante dal terreno con incise 2 (due)
						coppelle (13x6,5 cm – 6x2 cm).
								Il luogo ci
						appare subito promettente
						e sull’altura dirimpetto (m. 2449) rinveniamo altri due massi
						coppellati, anch’essi affioranti dal terreno, con incise ben 5
						(cinque) coppelle (1°
						masso: 8x1,5 cm – 6x1,5 cm – 4x1 cm; 2° masso: 10x2 cm – 4x2
						cm). 
								Girovagando
						nei dintorni scopriamo altri due massi incisi, riportanti ognuno una
						singola coppella (ambedue di cm 5x2).
						
						
								Incisioni
						tutte realizzate con la pietra assai arcaiche ed esposte, di certo
						non casualmente, verso est. Presenti numerosi ripari/recinti, da cui
						è facile dedurre che il territorio sia stato in passato ampiamente
						frequentato dall’uomo, probabilmente all'inizio
						da cacciatori/raccoglitori ed in seguito per transumanza di armenti e
						greggi.
								 
						Questa nuova
						scoperta va a sommarsi ai precedenti siti con massi incisi trovati in
						zona. Tasselli che confermano, se ce ne fosse
						bisogno, come l’uomo abbia vissuto a lungo il
						territorio in alta quota e che ci aiutano a capire
						come la via, percorsa da quest’ultimi, si
						stenda da una cima di montagna all’altra, in corrispondenza di
						creste, alture e colline.
								Considerato
						che la ricerca in questo tratto si è prolungata più del previsto,
						impedendoci di raggiungere l’obiettivo prestabilito, non ci rimane
						che riprometterci di ripetere l’uscita a data da destinarsi, con la
						convinzione di poter aggiungere nuovi tasselli.
								






















