2017_Ossana Masso Calestani - Val di Sole Antica

associazione VAL DI SOLE ANTICA
Val di Sole Antica
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Ossana - Masso Calestani
di Angela Valentinotti e Luca Webber

A Fucine, Comune di Ossana, nei pressi della località Forno di Novale, si trova il “Masso Calestani”. Si tratta di una grande roccia, 4 x 3,5 mt. circa, posta a fondovalle lungo la pista ciclabile che sale a Cogolo, sul bordo del fiume Noce a quota 1.008 mt.. Sulla sua superficie, essenzialmente piana,  rinveniamo 10 coppelle di diametro e profondità diverse, realizzate con percussore litico e un incavo “a biscotto” molto  levigato al suo interno e di difficile lettura. La roccia è stata segnalata per la prima volta da Vittorio Calestani nel 1933, il quale afferma che le coppelle incise sulla roccia ricalcherebbero la costellazione di Cassiopea: “Una specie di calendario, ove era raffigurata la configurazione celeste, la cui apparizione, in un determinato arco dell’orizzonte, secondo i riti e le tradizioni annunziava l’emigrazione periodica”. (1)
Alcuni giorni dopo, con un amico, incuriosito dall'affermazione del Calestani, ci siamo recati sul masso. Guardando a Nord/Ovest, alle due di notte e a una temperatura di - 6, grazie ad  una stupenda luna piena abbiamo ammirato uno scenario meraviglioso sull’alta Val di Peio, in particolare il Monte Vioz (mt. 3.645) e il paese di Peio. Nel buio del cielo, grazie all’inconfondibile forma a zig-zag, avvistavamo chiara e ben visibile Cassiopea. Accertato anche utilizzando la moderna tecnologia grazie all'app. Mappa stellare. A questo punto, il confronto svolto direttamente sul luogo, tra la costellazione e le incisioni praticate sul masso, ci autorizza ad  affermare che si tratti di Cassiopea.

Ovviamente può trattarsi di una coincidenza del tutto fortuita che la disposizione delle coppelle raffiguri Cassiopea ma, a mio parere, deve essere tenuta in attenta considerazione dal momento che il reperto esiste e che qualcuno, per qualche ragione che ci rimane sconosciuta, ha inciso la roccia.
Per cui proviamo a inquadrare le circostanze che possono  aver portato qualcuno a  segnare profondamente la roccia.
Molte culture che si sono susseguite nel mondo, hanno da sempre studiato il cielo e gli eventi astronomici, riproducendo la posizione degli astri su numerosi e disparati supporti per anticipare la periodicità degli eventi.
La configurazione presente sulla roccia potrebbe essere una testimonianza concreta dell’interesse che le popolazioni locali nutrivano per l’astronomia, segnando una precisa simbologia cosmogonica. Il fatto che non sia per niente facile ritrarre con esattezza una costellazione, soprattutto  ad occhio nudo, fa pensare possa trattarsi di una rappresentazione del tutto simbolica, fortemente collegata ad aspetti religiosi o stagionali. Diversi luoghi in Europa sono stati segnalati quali siti di interesse paleoastronomico, ed è più che ipotizzabile, considerando che in età antica si credeva che lo spirito dell’uomo si formava sulle costellazioni per poi incarnarsi nel corpo, vivere e morire sulla terra, dopodiché faceva ritorno alla costellazione-generatrice, che anche sul nostro masso abbiano avuto luogo cerimonie per accompagnare il defunto alla costellazione che lo aveva formato e generato per rinascere.
Un altro aspetto interessante, che si è concretizzato durante i sopralluoghi notturni sul masso, è la possibilità che si tratti di una rappresentazione grafica per indicare la strada ai viandanti. Osservando lo scenario davanti a noi, vediamo chiaramente l’antico centro rurale di Peio, e Cassiopea in viaggio nella volta celeste che indica la via per raggiungere il Dosso di S.Rocco di origine antichissima, lo provano i reperti gallici rinvenuti da don G.Baggia, ai piedi del Dosso di S.Rocco, nel 1885 (2). Guardando le coppelle incise sul masso, tre di loro sono apparentemente poste senza significato, ma, se si osserva attentamente, Cassiopea è esattamente raffigurata nella posizione in cui la si vede in cielo e ai sui “piedi” vi sono tre coppelle e quindi tre luoghi da raggiungere (Dosso S.Rocco, Sass de le Strie, Sarodeck).
Detto questo, nonostante tutte le ipotesi che possiamo formulare, ad esempio l’incavo “a biscotto”, molto levigato posto vicino alle coppelle potrebbe indicare un simbolismo legato alla barca solare che rappresentava nell’antichità il moto del sole sulla sfera celeste, simbolo religioso di rinascita dalla morte a nuova vita o un ammasso di stelle della via lattea che passa attraverso Cassiopea, il mistero rimane pressoché tale in quanto non esiste alcuna possibilità di verificare tali ipotesi.
In aggiunta a queste considerazioni, Angela ha approfondito la simbologia:

(3) - Oltre all'avvicendarsi del giorno-notte, oltre alle fasi lunari. si presero certo in considerazione già in tempi molto remoti, i movimenti del cielo stellare e si stabilirono i rapporti sole-luna, sole-stelle raggruppati in costellazioni. L'osservazione celeste è stata evidentemente una delle prime specialità scientifiche con carattere di sacralità ed il lato magico di questa osservazione è confermato dal fatto che l'astronomia diviene precocemente scienza di casta sacerdotale...... Annotiamo qui per il Trentino, in campo figurazione stellare, una la segnalazione del Calestani su un gruppo di coppelle della Val di Sole in cui si ritiene di ravvisare la Cassiopea (purtroppo il masso è andato distrutto)......
(4) - La somiglianza più significativa della lettera "M" è quella tra la Dea Madre e la costellazione di Cassiopea....... Cassiopea era una delle tante personalità assunte dall'arcaica Dea Madre preellenica, più tardi identificata con la multiforme Ecate, terribile Dea lunare ctonia e notturna. Fu per questi motivi che Cassiopea era ricordata come regina d'Etiopia....... E' interessante considerare il ribaltamento della costellazione di Cassiopea che avviene nel periodo di dodici ore: un evidente riferimento ai rovesciamenti del trono della Dea, ed al suo ciclico ritorno come Signora della fertilità e dei ritmi della natura......
(5) - E' interessante notare come la simbologia della farfalla e della "M" di Cassiopea è presente anche nel più antico alfabeto runico, fondato su rune con funzione letteraria,  conosciuto come Elder Futhark, la “M” di Cassiopea è rappresentata dalla runa Ehwaz con funzione di trasporto metafisico e potenza...

    1 - Vittorio Calestani – Studi Trentini di Scienze Storiche, annata XIV 1933 “Masso preistorico a coppelle rinvenuto in Val di Sole”, pag. 285 – 289;
    2 - Quirino Bezzi – “La Val di Sole” ed. 1975 Centro Studi per la Val di Sol;
3 - Carlo Sebesta e Scipio Stenico - "Introduzione ad un catasto della coppellazione e segnatura del Trentino" - Studi Trentini di Scienze Storiche, vol. XLVI, fasc.N.2, pag. 107-116, Anno 1967;
4 - Giovanni Pelosini - "Matriarcato e Patriarcato nei miti antichi e nei simboli archeologici" Anno 2009;
5 - Il ramo d'oro - Katya Sanna "Farfalla di Luce" 21 giugno 2013 (www.katyasanna.it).

Bibliografia: Enrico Calzolari – Davide Gori  - “L’impronta della costellazione di Cassiopea nel Caprione: lettura astronomica e archetipi sciamanici”.
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