Malè fraz. Arnago loc.’ “MASON”
di Manuela Emanuelli e Luca Webber
Che
bello rientrare a Malè, dopo tanto tempo di città, nebbia e mare!
Finalmente un po’ di aria di montagna! E visto che è anche una
bella giornata di fine marzo, il cielo è terso e l’aria ancora un
po’ frizzantina, Franca ed io decidiamo di fare “due passi”
verso i masi di Arnago. Lasciamo la macchina al parcheggio a lato
della chiesetta di Arnago, infiliamo gli scarponcini e via, su,
seguendo la strada sterrata che conduce fino a Mason.
Lentamente
arriviamo alla meta, uno spuntino veloce, mentre due aquile ci
salutano volteggiando maestose in cielo e poi dietro front, si
ritorna verso il parcheggio. Franca mi aggiorna sulle attività
dell’Associazione Val di Sole Antica, sulla ricerca di coppelle e
di simboli, sulle scoperte fatte negli anni, sulle gite a tema…..
una testa tanta, ma così tanta che mi sento coinvolta pure io. E’
così che le dico “Sai che c’è? Mi iscrivo anch’io, ma chissà
se riuscirò mai vivere l’emozione della scoperta di una qualche
coppella, così come è capitato a voi….”
E’
così che, quando ad un certo punto la strada si allarga verso una
terrazza naturale, un pianoro non molto grande che si affaccia sulla
valle, dico, quasi scherzando: “Di’, ma qui avete mai controllato
che non ci siano delle coppelle? Un posto così bello…” e Franca
mi risponde che delle ricerche le avevano fatte, sì, ma poco sopra
l’abitato di Arnago, verso quello che si chiama la “Préda
molesina”.
Quindi
mi avvicino un po’ così, quasi per gioco, ad una pietra che sta
quasi all’estremità della terrazza, l’osservo da vicino e scorgo
quella che potrebbe essere una coppella…. Il segno è nitido, non
sembra trattarsi di una erosione naturale…. così come non lo sono
le due croci, una a fianco all’altra, impresse nella stessa
roccia….Ma dài! Ma vuoi vedere che ho “scoperto” qualcosa di
interessante?!?! Scattiamo un paio di foto, diamo un’occhiata
veloce intorno, ma ormai il tempo a disposizione è scaduto quindi
rapide verso casa. A Malè mostriamo le foto a Luca, e sì, potrebbe
trattarsi di una coppella, ma ovviamente è necessario fare un
ulteriore sopralluogo.
Accidenti,
io devo ripartire e non posso essere presente, ma Franca e Luca hanno
deciso di andare già qualche giorno dopo a controllare. Certo non
posso non nascondere di aver provato una certa emozione e
soddisfazione quando mi hanno telefonato per confermare la presenza
di tutta una serie di segni (croci) sia sulla roccia che avevamo
individuato in prima battuta sia su altre lì accanto. Non ci potevo
credere, ma mi hanno inviato subito le fotografie dei rilievi che
avevano fatto, e quindi…..
A
questo punto una breve ipotesi su quanto rinvenuto è dovuta.
Le croci sono il tema
principale, quindi riflettiamo su questo segno elementare lasciato
dall’uomo come “forza” espressiva.
Segni con linee
incrociate, semplicissime croci, crocette, a braccia uguali o
diverse, sono stati rinvenuti in gran parte del mondo ed interpretate
l’arte raffigurativa riconducibile a segni come la rappresentazione
dell’uomo (antropomorfo), della vita, del sole e cristiani. Gli
studiosi hanno catalogato vari tipi di croce, principalmente per
indicarne la caratteristiche più che la funzione.
Le nostre croci possono
rientrare in queste tipologie:
- Croce
coppellata a forma latina, con puntini a coppella ai quattro bracci,
viene considerata medioevale (Graziosi).
- Croce
greca, a braccia uguali (comunque viene detta greca per consuetudine,
non essendo greca affatto)
- croce
latina, che venne considerata la croce cristiana per eccellenza.
Dopo questa breve
premessa, torniamo a noi.
Posizione dominante,
ottima visibilità a distanza e verso il fondovalle ispirano la
sacralità del luogo, aspetti che hanno probabilmente influenzato
coloro che hanno scelto questo luogo per incidere la pietra con
simboli sacri di antiche credenze. L’impressione è che
tutto tenda a voler esorcizzare l’intero luogo, come a voler
cancellare o sostituire antiche credenze o culti, dove gli uomini
salivano fino alle rocce per officiare riti. Seguendo i dettami di
papa Gregorio Magno “….impossibile distruggere i luoghi e i
simboli sacri agli idoli pagani e allora si costruiscano altari, vi
si collochino reliquie,….”, si faticò a sostituire le antiche
credenze ma l’opera di recupero venne compiuta nei luoghi ritenuti
pagani con l’incisione di croci a fianco di coppelle. Le incisioni divengono
uno strumento importante, a volte fondamentale e insostituibile, per
scoprire l’antica religiosità popolare e per “leggere” ciò
che i nostri avi hanno voluto comunicare incidendo le pietre.