IL SASSO DELLA MONACA A PEIO (TN)- 2 ottobre 2016

di Valentino Santini

Esistono molti paesi, in Italia e nel resto del Mondo, dove la stregoneria è tutt'ora praticata, sia essa nella forma di vecchia o nuova religione. Contemporaneamente troviamo delle località dove la stregoneria è definitivamente, o quasi, relegata alla storia.

Mentre nella vicina Val di Non, Val di Fiemme e Val Camonica la stregoneria è parte integrante della storia locale perché colpite direttamente dal flagello dell'inquisizione, sulla Val di Sole aleggiano solamente leggende e racconti. E' qui che si colloca il nostro Sasso della Monaca, imponente masso attraversato da una fenditura naturale che sulla sommità, massi, terra ed altro materiale di riporto, formano un tetto creando un vero e proprio riparo/caverna.

Siamo nella laterale Val di Pejo, per la precisione sopra l'abitato di Pejo Terme, qui la leggenda riporta di una monaca, in fuga dalla lontana Valtellina, da quello che viene ricordato come "il Sacro Macello". Questa infatti è la leggenda di Suor Gesualda che, fuggita dal proprio convento ridotto a fuoco e fiamme dove tutte le sorelle vennero trucidate, trova rifugio in Val di Pejo, dentro una fenditura della roccia che eleggerà a sua nuova cella. Quella che ora l'ha adottata è una terra dura, di carbonai ed il lavoro per lei non manca, le donne le consegnano volentieri i nati da accudire per correre in appoggio ai mariti e Gesualda così si sente utile ed integrata nella popolazione.

 

Questa dolce e disponibile suora suscita tanta ammirazione e rispetto da venire acclamata come la loro Madonna, fino a quella mattina d'inverno. La notte era stata particolarmente nevosa e i carbonai meravigliati di non aver ancora visto la loro madonna, salirono fino al sasso e lì giaceva il corpo della suora, caratterizzato da una luminosa serenità, che subito pensarono fosse finalmente riuscita a realizzare lo scopo di una intera vita di preghiera e rinunce, raggiungendo la casa del Padre.1

Non troviamo solo leggende però. All'interno della fenditura sono stati rinvenuti, retaggio di un culto pagano, dei lunghi chiodi curvati a ferro di cavallo, antico simbolo del ventre materno2. Questo, unito al significato della grotta, ovvero l'entrare nuovamente nel grembo di madre Terra, fa pensare ad un rito propiziatorio di fertilità.

Ora si può ipotizzare che, visto il periodo storico, dove la religione era molto rigida, la figura di una suora eletta addirittura a Madonna e la località utilizzata per riti pagani che inneggiavano la Dea Madre, l'unico, o il più immediato modo per screditare tutto fosse la stregoneria. Ecco allora che suor Gesualda diventa la strega che abita il sasso, addirittura si racconta che la povera donna di fede, entrata all'interno della fenditura ne uscisse dal lato opposto sedotta dal diavolo e trasformata in strega.

Questo, molto brevemente, quello che si cela attorno ad un luogo, il Sasso della Monaca, tutt'ora denso di suggestione ed energia.

 

 

1Lungo le rive del Noce, Quirino Bezzi, Centro Studi per la Val di Sole

2Tra stue e stale, Vittorio Pirri, Tipolitografia La Grafica