"IL SAS DA LA STRIA DI BORDIANA - CALDES" - 10 dicembre 2017

di Luca Webber

 

Oggi parliamo del “Sas da la Stria” di Bordiana.

Partendo dal “capitello de Sant’Antòni” si percorre un sentiero semi pianeggiante immerso nella natura in direzione di Cis. Ad un certo punto si allarga e diventa una stradina cinta da reti metalliche che fungono da paramassi. Poco dopo di sbuca su di un vasto terrazzamento, palesemente modificato artificialmente per la costruzione di un vallo paramassi. Fortunatamente il luogo che stiamo cercando è stato risparmiato dai lavori.

A questo punto si abbandona la stradina e si sale nel boschetto di pini e larici ai piedi del vallo. Il “Sas da la Stria” lo troviamo al termine della salita, in un tratto semipiano della collina. Il masso è poco affiorante dal suolo e sulla sua superficie presenta chiaramente l’impronta della “Stria” che la leggenda vuole lasciata dalla strega che vi dimorava.

Ad un più attento esame il masso, 2,60x1,30 mt., presenta sulla sua superficie 5 coppelle praticate con percussore litico, di cui 1 dubbia e 2 unite da canaletto. Quest’ultime assomiglianti alla pianta di un piede, da cui nasce la leggenda che l’attribuisce ad una strega.

Poco più a valle troviamo il “Sas dal mòrt” dove, quando i defunti di S.Giacomo erano portati a spalla per la tumulazione sino al cimitero della Pieve di Livo, la salma veniva posata qualche istante per permettere ai portatori di riposare.

Troviamo tradizioni simili nel Parco Naturale Gruppo di Tessa. Gli abitanti del luogo raccontano che fino a non molti anni fa da Plan salivano portando a spalla i propri defunti. Giunti alla forcella aveva luogo la “Totenrast” (letteralmente “il riposo dei morti”). Si scendeva poi lungo la Spronser Tal, detta anche “via dei morti”, fino a San Pietro di Quarazze per la sepoltura. Interessante somiglianza scoprire che dove “riposavano” sono state rinvenute più di 500 incisioni a coppelle disseminate sui massi.

In entrambi i casi sembra assai logico presumere che le incisioni sulla roccia rappresentavano il sacro, il tramite con il divino, immutato nel tempo e adottato dalle popolazioni che si susseguirono nei millenni.