VAL DI PEIO (TN) BAITI DI VILLACORNA M. 2270
di Luca Webber
Per ben due volte abbiamo provato a raggiungere il masso segnalatoci dal Corpo Forestale e ambedue le volte le condizioni meteo ci hanno fatto desistere. Che Peio voglia nascondere qualcosa? Ma noi perseveriamo e giovedì 3 luglio finalmente saliamo.
La giornata si annuncia radiosa grazie a un bellissimo sole che allevia la fatica della salita regalandoci meravigliosi squarci sul lago di Pian Palù e sulla catena montuosa che ci sovrasta. Giunti a malga Paludei sostiamo brevemente presso la grande coppella (di cui abbiamo già scritto nel 2017) incisa presumibilmente per fini magico/religiosi. Non conosciamo il pensiero dell’uomo che incise la roccia, ma ci dimostra il suo profondo rapporto con quest’ultima.
Proseguiamo in direzione del passo della Sforzellina fino ai ruderi dei “Baiti di Villacorna”. Qui troviamo resti di antichi ricoveri e recinti d’alpeggio oramai collassati su sé stessi, testimoni del tempo in cui l’uomo sfruttava i pascoli d’alta quota per le sue attività di cacciagione e agrarie, successivamente abbandonati perché venuti meno i presupposti che ne determinarono la realizzazione.
In un ricovero scorgiamo due pietre incise dall’uomo. La loro forma e le iscrizioni di cui siamo riusciti a comprendere il significato, a differenza di altri segni di difficile lettura, ci fanno intuire si tratti di pietre usate a mo’ di lapide per ricordare una persona cara. Nelle vicinanze troviamo una singola piccola coppella incisa su di una roccia.
Ancora una
volta ci troviamo dinnanzi a un momento indefinito del passato che
racconta una storia dei nostri antenati importante da conoscere prima
che la natura la faccia scomparire, dal momento che la storia di
questi “segni” è
anche la nostra.